Editoriale #114

Riportiamo di seguito alcuni giudizi della stampa internazionale sulla manovra economica del governo italiano, ovvero sul DEF (Documento di Economia e Finanza, originariamente Documento di programmazione economica finanziaria o DPEF, ma ormai il concetto di 'programmazione' è stato bandito dalle teorie economiche 'mercatistiche' mainstream...)
Il Financial Times sottolinea come l’accordo segni un «forte aumento nella spesa pubblica» dopo che i leader della maggioranza «sono emersi vittoriosi dal teso confronto con il ministro tecnocratico dell’economia». Secondo il quotidiano londinese il nuovo obiettivo di deficit alla lunga «potrebbe indurre gli investitori a mettere in dubbio la sostenibilità del debito italiano»... Anche la stampa francese sottolinea la sconfitta del ministro dell’economia: «Di Maio e Salvini cantano vittoria - scrive il quotidiano economico Les Echos - tutte le loro promesse elettorali entrano nella manovra. Hanno vinto la battaglia del deficit»... La Frankfurter Allgemeine Zeitung, quotidiano tedesco, titola in maniera molto netta e difficilmente contestabile: «L’Italia vuole indebitarsi ancora di più». «Nella controversia sull'ammontare del deficit dell'Italia nel bilancio 2019, c'è stato un accordo iniziale su un nuovo deficit aggiuntivo e su un debito pubblico più elevato», scrive l’autorevole quotidiano, che conclude: «Il vicepresidente del consiglio Luigi di Maio parla di una “giornata storica” e profetizza la fine della povertà»... «L’establishment italiano - scrive l’agenzia Bloomberg in un’analisi dal titolo “La battaglia italiana sul deficit mostra la forza crescente dei populisti” - ha subito un brutto colpo dal duo populista Di Maio-Salvini, che ha vinto la prima battaglia per finanziare le costose promesse elettorali. Il nuovo obiettivo del 2,4% è una sconfitta per Tria e Mattarella»...
Necessita qui, a nostro parere, ricordare opportunamente un passaggio diplomatico europeo storico: l'operazione Faustschlag - 'punzone' in lingua tedesca, anche detta 'guerra degli undici giorni'. Era il nome in codice di un'offensiva lanciata dalle forze di Germania e Austria-Ungheria sul fronte orientale della prima guerra mondiale, tra il 18 febbraio e il 3 marzo 1918. A dicembre 1917 erano iniziate le trattative di pace ed i germanici desiderosi di concludere in fretta trattarono i russi (nel pieno della loro rivoluzione) in guanti di velluto, con paté, oca arrosto e champagne francese: le trattative finirono in breve senza soddisfazione per i germanici, poiché i russi (in via di sovietizzazione) erano fermi sul principio 'né annessioni né risarcimenti'. A febbraio i negoziati ripresero con una delegazione sovietica di ferventi rivoluzionari con alla testa Trotzky (contro il parere di Lenin), deciso a trasformare l'evento in una grande operazione di propaganda con lo slogan: "nessuna guerra, nessuna pace". Vista la tattica dilatoria adottata dai negoziatori russi, le forze austro-tedesche lanciarono un'offensiva (già preparata) lungo tutto il fronte, guadagnando rapidamente il controllo di ampie porzioni della Russia occidentale, dell'Ucraina, della Bielorussia e dei Paesi Baltici... Terrorizzati, i negoziatori russi ritornarono al tavolo delle trattative, e firmarono il 3 marzo 1918 il famoso trattato di Brest-Litovsk, in cui accettarono di consegnare ai germanici ben il 30% del territorio che storicamente era appartenuto allo Zar, quando a dicembre si sarebbero accontentati soltanto del 10% (ovvero della Polonia)...
Salvini dagli accenti dannunziani: "Me ne frego dello spread e dell'Europa"...
Di Maio sulla stessa linea: "Non arretreremo di un millimetro"...
Pare altrettanto velleitario il nostro attuale governo a trazione populista di quello rivoluzionario russo... Se le agenzie di rating nelle prossime settimane dovessero declassare ufficialmente i titoli del debito pubblico a 'Junk' - ovvero spazzatura (ecco un primo esempio di operazione Faustschlag) di sicuro non si troveranno mai i soldi per mantenere le promesse dei populisti...
I mercati finanziari hanno ormai capito che questo governo non ha nessuna intenzione di riportare sotto controllo il debito pubblico e di conseguenza saranno sempre meno disposti a prestare denaro al Tesoro italiano se non a tassi elevati, per compensare il rischio di default.
O non si ha bisogno di prendere in prestito denaro dall'estero, oppure occorrerà necessariamente accettare i maggiori tassi di interesse dettati dal mercato, che non potranno che divorare i (pochi) risparmi effettuati in questi anni...

L'intransigente rivoluzionaria sindaca di Torino (Chiara Appendino) voleva tutte per sè le Olimpiadi invernali prossime venture nel 2026. La coalizione Milano-Cortina, anche detta LoVe - cioè lombardo-veneta (ed ecco una classica operazione Faustschlag...) l'ha scaricata e ha deciso di concorrere all'assegnazione delle Olimpiadi Invernali anche senza un euro di soldi pubblici. Il "palese ricatto" di Di Maio non ha funzionato e lui resta scornato per non poter riportare le Olimpiadi a Torino con una sindaco simbolo di M5S. Ma da qui al 2026...
Sommario
Ecco il «vero» spread seguito dagli operatori per capire se c’è aria di crisi...
Il DEF piace anche a Sinistra. Da Emiliano e Fassina: "OK al governo"...
Corbyn ha chiesto l'unità del partito di fronte a (possibili) elezioni anticipate...
Via libera al trasferimento UniStatale ad Expo. Vago: "Non è golpe"...
Franzini nuovo rettore UniStatale Milano: "Università libera e aperta"...
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